La zitella laboriosa e il suo testamento, 1993. Disegni e oggetti in cassetta di legno, collezione privata.
“La zitella operosa e il suo testamento” del 1993 è stata esposta nelle sale dello spazio comunale L’Arca di Teramo in occasione di una importante rassegna sul collezionismo in Abruzzo.
Attrazioni sul collezionismo
14 dicembre 2013 – 9 marzo 2014
L’Arca, Laboratorio per le arti contemporanee, Teramo.
Il lavoro di Marchetti ha dialogato con opere di artisti internazionali che compongono l’immagine di un collezionismo colto e raffinato di Abruzzo in una tradizione ben radicata in questa regione fin dal tempo dell’esperienza di ricerca di Lucrezia De Domizio e Graziella Lunardi a cui si era legato il giovane artista prima della sua partenza da Pescara.
Umberto Palestini ha scelto pezzi che offrono un affresco efficace di una realtà culturale evoluta e intraprendente. Accanto al Nostro, Fabio Mauri, Arman, Alighiero Boetti, Sandro Chia, Gino De Dominicis, Nicola De Maria, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Luigi Ghirri, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Ettore Spalletti, Orlan, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Piero Pizzi Cannella, Salvo.
Inizia negli anni novanta la serie delle scatole, che divengono una delle cifre di Marchetti. Gli oggetti assemblati formano figure, si coagulano intorno a temi centrali nella poetica dell’autore. E se la zitella è fatta di un’antica druccia per abiti, di fiori appassiti, di modelli per ricamo, è vero anche che allude alle celebre Obese e dichiara con ironia la sua singolarità, altro asse poetico-narrativo di Marchetti. Umberto Palestini lo definisce nella sua originalità e fierezza consueta un “Aristocratico outsider”, e non vi potrebbe essere definizione più calzante per lui.
Il catalogo (copertina nell’immagine seguente) è stato pubblicato da Baskerville di Bologna.